Le 5 lire d’argento sono un esemplare prodotto dal Regno d’Italia, precisamente dalla zecca di Roma, il cui marchio è visibile nella parte sinistra del retro. La moneta qui proposta viene chiamata anche “Aquilotto” per via del disegno sul retro, che mostra proprio un’aquila con le ali spiegate.
L’aquila poggia le proprie zampe su un fascio messo per orizzontale. Eravamo in pieno periodo fascista e non è un caso trovare tale riferimento. In basso sul retro è indicato il valore nominale “L.5”, mentre a sinistra troviamo la data di coniazione, in questo caso il 1927, e il marchio della zecca di Roma “R“.
Sul dritto delle 5 lire d’argento troviamo il profilo di re Vittorio Emanuele III, che guarda verso sinistra. In circolo vicino i bordi è indicato il nome del sovrano e il suo titolo nobiliare, nella parte bassa sono invece indicati i nomi degli artisti che hanno realizzato entrambi i disegni. Parliamo di Attilio Silvio Motti e di Giuseppe Romagnoli.
Il Regno d’Italia coniò le 5 lire d’argento “Aquilotto” dal 1926 al 1935. Le più rare sono quelle prodotte dal 1931 al 1935, dal momento che furono coniati solo 50 pezzi l’anno e destinati solo ai collezionisti. Quest’ultimi sono classificati “R3” come grado di rarità. Le monete coniate tra il 1927 al 1930 sono invece più comuni.
Il peso delle 5 lire del 1927 è di 5 grammi, di cui 83,50% composte d’argento. Il diametro è pari a 23 millimetri, mentre lo spessore è di 1 millimetro.