Oro: prezzo in crescita grazie alla debolezza del dollaro

Il prezzo dell’oro è in crescita grazie alla recente debolezza del dollaro americano, che dopo mesi di trend positivo ha subito uno stop. Nel momento della stesura di questo articolo la quotazione in borsa del metallo prezioso è di 1.202$ l’oncia, mentre il prezzo nella nostra moneta è pari a 33,22€ al grammo.

L’oro finanziario ha subito negli ultimi mesi un ridimensionamento a causa della forza del dollaro, che ha colpito però anche l’euro. Per questa ragione in Italia e in tutti i paesi dell’eurozona il prezzo dell’oro è sceso solo leggermente.

Nell’ultimo periodo però il dollaro ha iniziato a perdere terreno a vantaggio sia dell’euro che dell’oro. L’accordo commerciale siglato fra USA e Messico ha portato gli investitori ad abbandonare il dollaro come bene rifugio venendo a mancare la crisi, salvo poi tornare appetibile dopo il mancato accordo fra Canada e Stati Uniti d’America.

A colpire il dollaro proprio ieri non è stato però un evento americano, bensì tutto europeo. Germania e Regno Unito hanno comunicato di voler raggiungere un accordo per la Brexit anche senza definito alcuni dettagli, che erano motivo di frizione fra Bruxelles e Londra.

Il mancato accordo fra UE e Regno Unito potrebbe portare a danni economici per l’intera Europa e per evitare ciò sembra che Germania (Paese più influente dell’Unione Europea) e Gran Bretagna vogliano superare gli ostacoli e arrivare a un’intesa comune.

A questa notizia sia l’euro che la sterlina hanno reagito con un forte apprezzamento, soprattutto nei confronti del dollaro, valuta “rivale” delle prime due citate.

Essendo tutte le materie prime scambiate in dollari, compreso l’oro, quest’ultimo ha ottenuto un rialzo. A metà mattinata di oggi 6 settembre l’oro è uno dei beni che sta avendo la migliore performance (+0,45%).

Prezzo dell’oro nell’ultimo periodo

Vediamo ora insieme l’andamento del valore dell’oro nell’ultimo periodo studiando il grafico della quotazione in borsa in dollari, fra parentesi però aggiungeremo il prezzo in euro per facilitarvi la comprensione. Variando quotidianamente anche il cambio euro dollaro è naturale che il prezzo dell’oro in euro non abbia lo stesso andamento del valore dell’oro in dollari.

grafico oro in tempo reale
Andamento oro

A primo impatto notiamo il raggiungimento del minimo annuale il 16 agosto, quando la quotazione dell’oro toccò 1.160$ l’oncia (pari a 33,11€ al grammo). Da quel momento però il prezzo del metallo prezioso è tendenzialmente cresciuto e si è stabilizzato fra i valori di 1.182$ l’oncia (32,99€ al grammo) e 1.214$ l’oncia (33,42€ al grammo).

Tra la fine di agosto e l’inizio di settembre l’andamento dell’oro in borsa è stato negativo arrivando il 4 settembre a 1.190$ l’oncia (33,11€ al grammo). 

Negli ultimi due giorni il prezzo dell’oro ha ripreso a salire non solo grazie alle notizie sull’accordo per la Brexit, ma anche per via della crescente domanda del metallo prezioso dall’India.

Ieri l’oro ha chiuso la sessione di borsa a 1.197$ l’oncia (33,08€ al grammo), ma già nella mattinata odierna ha superato la soglia dei 1.200$ l’oncia, mentre il prezzo in euro ha fatto un balzo di 0,14€ al grammo in poche ore.

Le tensioni commerciali restano

A frenare però un deciso rialzo dell’oro sono le tensioni commerciali fra Stati Uniti d’America e Cina, che sono ancora in corso. Deciso a colpire l’importazione dei prodotti cinesi in America, Trump ha minacciato di portare i dazi fino a 200 miliardi di dollari dagli attuali 50 miliardi. Sarebbe un colpo duro perché significherebbe aumentarli del 400%.

Gli investitori meno propensi al rischio stanno quindi attendendo le prossime mosse e valutare quale sia il bene migliore su cui rifugiarsi, nell’ultimo periodo è stato il dollaro americano, ma non è escluso che l’oro possa riprendersi quel ruolo che da sempre lo contraddistingue.

Gli investitori americani sono inoltre in apprensione per gli accordi commerciali fra i Paesi del Nord America. Infatti sebbene Trump abbia raggiunto un accordo con il presidente messicano Nieto, è ancora in ballo la questione del Canada.

Resta difficile pensare a un accordo a 2 e non a 3 Paesi, perciò nei prossimi giorni le attenzioni dei risparmiatori potrebbero essere rivolte proprio al Canada.

 

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