L’accordo commerciale fra Cina e Stati Uniti non smuove l’oro

La firma dell’accordo commerciale fra Cina e Stati Uniti d’America non smuove la quotazione dell’oro, che resta inalterata sui suoi livelli, anche se leggermente in ribasso rispetto all’inizio della settimana.

Almeno per il momento la firma a Washington fra il vicepremier cinese Liu He e il presidente statunitense Donald Trump non ha influenzato le scelte degli investitori in oro, forse perché ampiamente previsto da giorni e sotto la lente degli osservatori internazionali ormai da più di un anno.

Nel momento della stesura dell’articolo il prezzo dell’oro in euro è pari a 44,82€ al grammo, solo 0,08€ in più rispetto alla rilevazione di giovedì scorso. La quotazione dell’oro è invece pari a 1.555$ l’oncia, dunque 11$ l’oncia in più sempre rispetto alla nostra ultima rilevazione di una settimana fa.

Sebbene il prezzo sia salito rispetto a giovedì scorso è opportuno specificare che in realtà dall’inizio della settimana il valore dell’oro è in leggero calo. Come vedremo sui grafici la quotazione è in ogni caso tornata a crescere da martedì 14 gennaio, senza però recuperare il distacco dall’inizio della settimana.

La firma della fase 1 dell’accordo Cina – USA

In cosa consiste la firma della fase 1 dell’accordo Cina – Stati Uniti d’America? Sostanzialmente il nodo più grande era evitare l’aumento di dazi per 160 miliardi di dollari di prodotti cinesi, previsto lo scorso 15 dicembre, e di conseguenza anche evitate i dazi cinesi su 3.300 prodotti made in USA.

La Cina si impegna ad aumentare notevolmente le importazioni di prodotti agricoli americani per un valore di 50 miliardi di dollari. In questa cifra sono inclusi anche servizi finanziari ed energetici. Inoltre le due superpotenze si impegnano a collaborare in merito alle svalutazioni monetarie, dove per mesi la Cina è stata accusata di manipolare lo yuan a proprio vantaggio.

Sono notizie tutto sommato positive per i mercati, ma allora perché è mancata l’euforia? Sostanzialmente perché gli altri dazi restano invariati, infatti fino al voto americano di novembre sembra che Washington non intenda togliere i dazi al 25% su 250 miliardi di dollari di prodotti importati dalla Cina, anche se si apprende che saranno dimezzati i dazi su 120 miliardi di dollari di prodotti cinesi.

Il segretario del tesoro americano Steven Mnuchin ha dichiarato alla CNBC che altre tariffe saranno eliminate durante la fase 2 dell’accordo, le cui negoziazioni inizieranno a breve.

In breve possiamo considerare quello di ieri un primo piccolo passo per un accordo fra Cina e Stati Uniti d’America, ma ancora con molti nodi da sciogliere. Per questo motivo probabilmente il mercato non ha reagito euforicamente alla notizia, la quotazione dell’oro ha sostanzialmente ignorato questa firma, almeno per il momento.

Quotazione dell’oro sui grafici finanziari

Prezzo dell'oro in euro dal 9 al 16 gennaio 2020
Prezzo dell’oro in euro dal 9 al 16 gennaio 2020

Il grafico appena proposto di Bullion Vault indica il prezzo dell’oro in euro nell’ultima settimana di contrattazioni. Possiamo notare una sostanziale parità rispetto a giovedì scorso, ma anche una decrescita rispetto all’avvio di lunedì. Il prezzo è infatti inizialmente sceso da 45,15€ al grammo fino a 44,45€ al grammo (martedì), per poi risalire ai valori attuali.

Prezzo dell'oro in dollari dal 9 al 16 gennaio 2020
Prezzo dell’oro in dollari dal 9 al 16 gennaio 2020

Il secondo grafico mostra invece la quotazione dell’oro in dollari dal 9 gennaio al 16 gennaio 2020. Il prezzo anche qui ha subito una forte contrazione fra lunedì e martedì, ma si è poi ripreso nei giorni a seguire arrivando ai livelli attuali, poco sopra quota 1.550$ l’oncia.

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