La richiesta di beni rifugio spinge l’oro al rialzo

oro su

Nell’ultima settimana abbiamo visto un gran rialzo del valore dell’oro grazie ad alcuni fattori, in particolar modo per via della richiesta di beni rifugio verificatasi in tutto il mondo. Oggi la quotazione dell’oro è pari a 1.336$ l’oncia, registrando un +2,29% rispetto alla nostra scorsa rilevazione, pari a +30$ l’oncia. Il prezzo dell’oro in Europa è anch’esso cresciuto portandosi da 37,27€ al grammo agli attuali 37,85€ al grammo. Un rialzo anche qui molto corposo, precisamente dell’1,55%.

L’oro ha guadagnato terreno su tutte le valute principali come il dollaro, euro e sterlina. Un dato molto interessante è relativo all’aumento del valore di altri metalli come palladio, platino e argento. Ciò testimonia che l’intero settore dei metalli preziosi è in stato di grazia, a scapito di altri asset finanziari, come per esempio le valute, fra cui il dollaro, che ricordiamo è la moneta con cui vengono scambiate le materie prime in borsa, fra cui l’oro.

Come mai è stata registrata un’alta domanda di beni rifugio in tutto il mondo?

Viviamo in un periodo di rallentamento economico e di profonda incertezza sui mercati finanziari. Proprio in questi periodi sono i beni rifugio a ottenere i maggiori guadagni e a ricevere l’attenzione degli investitori, desiderosi di salvaguardare il proprio capitale investendo proprio in beni a basso rischio, proprio come l’oro.

La Cina aumenta le riserve di oro

Tramite il quotidiano statale “China Daily” la Cina ha comunicato che a dicembre e gennaio ha aumentato le sue riserve d’oro per via dell’incertezza globale. Alcuni analisti sostengono che anche le tariffe imposte da Trump sui prodotti cinesi abbiano spinto la Cina ad acquistare più lingotti d’oro, proprio per proteggersi da eventuali crisi economiche. Se da una parte Pechino acquista oro, dall’altra rileviamo che la Cina ha investito meno sul debito USA, del quale la Cina è il più grande detentore estero. Nell’estate scorsa il Paese asiatico ha ceduto lo 0,5% dei titoli di Stato americani.

Le obbligazioni rappresentano un investimento contrapposto alle materie prime, in particolar modo all’oro. L’acquisto di oro da parte della Cina potrebbe essere visto anche come un cambio di strategia futura e non solo come una “ripicca” per i dazi imposti dal presidente americano.

La Fed potrebbe ammorbidire la politica monetaria

Mercato finanziario dell'oro

La Federal Reserve aveva caratterizzato la propria azione nel 2018 alzando i tassi di interesse, provocando quindi l’aumento del costo del denaro e di conseguenza portando il dollaro a un consistente apprezzamento.

Nel corso del 2018 infatti l’euro (principale valuta avversaria) ha perso molto terreno portando il tasso di cambio con il dollaro da 1,24 a 1,13. Al tempo stesso anche l’oro ha subito un pesante ridimensionamento arrivando a toccare il 14 agosto 2018 quota 1.160$ l’oncia, un valore molto basso se consideriamo quello di maggio 2018 a 1.345$ l’oncia. Oggi l’oro è riuscito a tornare a quei livelli, grazie a un trend crescente iniziato in modo deciso da novembre 2018.

La Fed ha deciso di ammorbidire la propria politica monetaria riservandosi il diritto di pazientare e verificare l’andamento dell’economia americana e globale. Questa nuova posizione morbida potrebbe spingere gli investitori a valutare alternative al dollaro, che ripetiamo nel corso del 2018 ha raggiunto un appeal molto alto.

Essendo scambiato direttamente in dollari, l’oro potrebbe giovare della debolezza della valuta statunitense, ma non è l’unico fattore. Infatti una Fed meno “aggressiva” e che conferma il rallentamento dell’economia statunitense nel 2019 potrebbe agevolare la domanda di beni rifugio, tra cui ovviamente l’oro.

La Brexit porta incertezza nel Regno Unito e in Europa

Manca ormai poco più di un mese alla Brexit, salvo clamorosi rinvii. Un accordo fra il Regno Unito e l’Unione Europea non è stato ancora siglato e quello raggiunto fra il governo inglese guidato da Theresa May e la Commissione Europea è stato bocciato dal parlamento britannico.

L’incertezza sul post Brexit è palpabile. Alcune stime sul Pil sono inquietanti, come quelle stilate dalla Bank of England l’anno scorso, che prevedevano -8% in un anno in caso di mancato accordo con l’UE. Intanto proprio per la Brexit la maggioranza perde pezzi, sono tre i deputati conservatori a lasciare il partito della May, che è sostenuta da una maggioranza molto contenuta.

In questo contesto l’oro potrebbe fungere ancora una volta da bene rifugio.

Prezzo dell’oro sui grafici

Prezzo dell'oro in euro
Prezzo dell’oro in euro su Bullion Vault

Il grafico di Bullion Vault appena proposto mostra l’andamento del prezzo dell’oro in euro nell’ultima settimana. Possiamo notare subito il trend crescente fino a ieri mercoledì 20 febbraio, quando il prezzo ha raggiunto il suo massimo negli ultimi 22 mesi, ovvero a quota 38,14€ al grammo. Come abbiamo già anticipato infatti l’oro ha ottenuto guadagni sia nei confronti dell’euro che del dollaro.

Prezzo dell'oro in dollari
Prezzo dell’oro in dollari

Questo grafico mostra invece l’andamento dell’oro in dollari. Vediamo subito che il rialzo è stato più consistente, ma soprattutto omogeneo. Anche qui il prezzo dell’oro ha ripiegato nella seconda metà di ieri e della giornata odierna. Il prezzo ha raggiunto i livelli di maggio 2018, colmando quindi il gap degli ultimi 10 mesi.

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