Battuta d’arresto per il prezzo dell’oro: gli investitori restano in attesa

USA CINA oro

Il prezzo dell’oro ha subito nell’ultima settimana una battuta d’arresto ed è infatti sceso a 36.20€ al grammo. La quotazione in dollari ha anch’essa subito delle perdite e si attesta intorno ai 1.279$ l’oncia, dunque -14$ l’oncia se consideriamo la nostra ultima rilevazione.

Nella settimana appena trascorsa gli investitori sono stati molto incerti e non hanno preso una vera e propria posizione univoca. A portare l’oro a un leggero deprezzamento è stata principalmente l’incertezza da parte degli investitori, che non hanno puntato con decisione sul metallo prezioso.

Infatti i mercati finanziari globali sono in attesa di conoscere le sorti della trattativa fra Stati Uniti d’America e Cina sulla guerra commerciale. La tregua in corso scadrà il prossimo 1° marzo e senza un accordo le tariffe sui prodotti cinesi importati negli USA potrebbero aumentare.

In una situazione di questo tipo ad essere principalmente danneggiata potrebbe essere la Cina, che già quest’anno è cresciuta meno rispetto agli anno scorsi, registrando un +6,6%, valore più basso dal 1990. Secondo alcuni esperti oltre alla guerra dei dazi va considerato il calo del consumo interno.

Il Fondo Monetario Internazionale (FMI) ha tagliato le stime di crescita per il 2019 e il 2020.Christine Lagarde intervenendo al World Economic Forum di Davos ha infatti dichiarato che il rischio di un rallentamento più rapido nella crescita globale è aumentato, sebbene la recessione non sia ancora contemplata.

Tutti questi eventi elencati potrebbero portare benefici futuri alla quotazione dell’oro, dal momento che nelle situazioni di crisi il metallo prezioso assume spesso il ruolo di bene rifugio.

Aggiungiamo inoltre che le banche centrali più influenti, come la BCE, la Fed, la Bank of England, la Banca Popolare Cinese e la Bank of Japan, potrebbero decidere di non aumentare i tassi di interesse, o comunque a un ritmo inferiore. I tassi di interesse incidono sul costo del denaro e nei momenti di crisi economica le banche centrali solitamente spingono a mantenerli bassi per stimolare la crescita e i consumi.

Dal momento che l’oro finanziario viene scambiato direttamente in dollari, un eventuale calo del valore della valuta statunitense potrebbe quindi favorire un rialzo deciso dell’oro. In caso contrario invece potrebbe essere il prezzo dell’oro a perdere terreno.

Ad influire sulla quotazione dell’oro sono anche i mercati azionari e il rendimento dei titoli di Stato americani. I primi sono in leggera ripresa e hanno contribuito alla battuta d’arresto del valore dell’oro. Se le borse sono positive gli investitori sono tendenzialmente più propensi a comprare azioni perché hanno un rendimento più alto grazie ai dividendi, sebbene siano più rischiose. Al contrario l’oro non offre dividendi, ma ha un rischio molto meno elevato e permette un guadagno in un lasso di tempo più lungo.

I rendimenti dei titoli di Stato USA (investimento obbligazionario) sono appetibili per gli investitori quando sono molto alti. Anch’essi come l’oro hanno un rischio molto basso e sono denominati in dollari. Per questa ragione oro e titoli di Stato americani sono di fatto “rivali” fra loro.

Prezzo dell’oro in discesa nella settimana appena trascorsa

Prezzo dell'oro in euro. Grafico di Bullion Vault
Prezzo dell’oro in euro. Grafico di Bullion Vault

Il grafico appena proposto di Bullion Vault mostra l’andamento del prezzo dell’oro in euro da giovedì scorso a oggi. Possiamo notare che già venerdì 18 gennaio il prezzo ha subito un calo vigoroso passando in una giornata da 36.48€ al grammo a 36.20€ al grammo. Dopo la pausa del weekend  il prezzo dell’oro ha sfiorato i 36.15€ al grammo per poi tornare a livelli più elevati fino a 36.37€ al grammo. Da ieri invece il valore dell’oro in euro è tornato sugli attuali 36.20€ al grammo.

Quotazione oro dollaro (XAU/USD)
Quotazione oro dollaro (XAU/USD)

Il secondo grafico mostra invece l’andamento della quotazione dell’oro in dollari, ossia il cambio oro dollaro (XAU/USD). Notiamo subito che il calo di venerdì ha riguardato anche il valore in dollari e non solo quello in euro. Da 1.293$ l’oncia la quotazione è scesa fino a 1.277$ l’oncia lunedì 21 gennaio. Successivamente la quotazione ha avviato un recupero fino a 1.286$ l’oncia, ma stamattina è tornata sotto il livello degli 1.280$ l’oncia.

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